Un giorno un amico mi disse che se riuscivo io a correre poteva riuscirci anche lui.
Aveva ragione: se ci riesco io che non sono mai stato minimamente sportivo ci riesce davvero chiunque.
D’altro canto ho un corpo, lo uso, come diceva quell’altro. O “Se hai un
corpo sei un atleta”. Oppure tutti sono atleti, solo che alcuni si
allenano, altri sono sedentari.
Motti e citazioni ce ne sono a pacchi, ma la sostanza è che l’uomo non è
un animale progettato per stare fermo, nonostante la sedentarietà abbia
per molti aspetti positivi e attraenti.
La fatica
Il principale ostacolo che chi inizia a correre o a fare qualsiasi
sport incontra è la fatica. A nessuno la fatica piace. Alcuni la usano
come misura del proprio sforzo, altri se ne compiacciono, ma una gelato
sarà sempre meglio di 10 km di corsa.
Però la fatica
può essere gestita
e soprattutto la soglia della fatica si può spostare. Il primo giorno
che hai corso ti meravigliavi che dopo 1 km nessuno ti avesse nominato
Campione del Mondo del 1000 m. Ti eri sforzato, non ce n’era più di te,
eri accasciato sul ciglio della strada e nessuno ti premiava? Oltraggio.
Se hai avuto la pazienza di riprovarci hai capito che quel km diventava 2
dopo pochissimo tempo. E così via, fino ai mitici 10 k.
Perché la soglia oltre la quale la fatica diventa insopportabile è psicologica ma può essere spostata con l’allenamento.
Aggiungi pochi metri alla volta e vedrai che quello che ti pareva troppo
ieri ti sembrerà normale domani e appena sufficiente dopodomani.
Poi il limite dei 10 km – che all’inizio ti sembra irraggiungibile –
diventerà il tuo pane quotidiano. Correrai 10 km perché son quelli che
riesci a fare in un’ora. Per praticità i 10 diventeranno la distanza
tipica del tuo allenamento. E non saranno di più solo perché non hai
tempo e devi tornare al lavoro, mica per altro.